III - Imprevisti
"No, allora non ci siamo capiti. Io voglio il posto singolo sull’Eurostar. Sa quello che c’è all’inizio del vagone senza nessuno accanto? Di fronte lo schienale del posto davanti, accanto lo spazio per le valigie!"
“Biondo! E’ lei che non mi ha capito… non posso prenotarle un posto specifico sull’Eurostar…il computer mi dà il posto migliore disponibile e io quello le assegno. Non posso annullare l’operazione e ritentare fino a che non mi viene proposto quello che lei desidera.. E credo che nemmeno le persone in fila dietro di lei ne sarebbero contente.”
Cristiano la odiò. Primo: come ti permetti di chiamarmi BIONDO, io che sono moro e rasato. Secondo: sei una bigliettaia delle ferrovie, cazzo, fai il tuo fottuto lavoro e offri un servizio come Dio comanda ai clienti. Terzo: appena arrivo a casa scrivo un email a Trenitalia e ti faccio licenziare…come cazzo ti chiami, fammi leggere la targhetta…M.Iacobellis.
“Allora” - riprese la Iacobellis - “lo vuole o no questo biglietto?”
Cristiano inghiottì tutte gli improperi che gli passavano per la testa e disse, ormai più per impuntarsi che per altro:
“Sì, lo voglio” - si sentì come uno sposo all’altare e aggiunse: “ma con la prenotazione per il posto che le ho richiesto.”
“Ok” - tagliò corto M. Iacobellis “ arrivederci. Il prossimo?”
Il vecchio dietro Cristiano lo spintonò di lato intrufolandosi tra lui e l’amabile bigliettaia.
“Un biglietto per Chianciano Terme”
Eh no eh, ma chi cazzo crede di essere? Ora la sistemo io questa! E 'sto vecchio che crede di fare?
“Scusi, sa” - disse Cristiano. La voce gli uscì incerta e non gli suonò affatto come intendeva farla suonare. Inghiottì e spintonando il vecchio a sinistra disse: “non ho mica finito, sa..”
Il vecchio si tolse gli occhiali che aveva inforcato e bofonchiò: “questi giovani di oggi…tutti maleducati”.
“Oh sì che ha finito” si intromise M. Iacobellis.
“Io dico di no e ora lei mi chiama il direttore e vediamo di sistemare la questione” - questa sì che gli era uscita bene, pensò Cristiano, ora la bigliettaia si sarebbe scusata e l’avrebbe servito come lui voleva.
Lei sorrise perfida e si protese verso di lui sfidandolo:
“Signorino, ARIA!”
Non ci credo…cazzo ma sempre a me succedono??? Dopo un finesettimana passato con mia madre, mi mancava giusto la bigliettaia stronza.
“Avanti” - gridò qualcuno dalla fila - “ abbiamo un treno da prendere”
“Vuol dire che lo perderete, visto che la signora non fa il suo lavoro” - gridò Cristiano di rimando.
La Iacobellis alzò la cornetta che le stava accanto e parlò nel microfono. Cristiano non sentì una parola ma capì dalle espressioni che c’erano dei guai in arrivo. Se ne fosse andato ora avrebbe evitato tante grane. Ma le grane arrivarono prima di quanto Cristiano si aspettasse.
“E’ lui” - disse la Iacobellis indicando Cristiano al tipo della sicurezza.
“Signore, se vuole essere così gentile da seguirmi.”
“Guardi”- tentò di ribattere Cristiano - “mi faccia spiegare…”
“Il giovanotto mi ha spintonato e mi è passato davanti” - lo interruppe il vecchio.
Cristiano aprì bocca per replicare ma prima che potesse parlare l’uomo della sicurezza lo aveva già afferrato per l’avambraccio con le sue manone e lo tirava con sé.
Cristiano si voltò un attimo giusto per vedere M. Iacobellis che sorrideva trionfante. Che poi, si disse, M puntato per cosa starà? Di certo una così non può che chiamarsi Milena…
Non terminò il pensiero che il cellulare prese a squillare. Lo tirò fuori e vide la parola MAMMA che lampeggiava sul display.
Cazzo!
“Risponda pure, se vuole”, gli disse l'agente, “ma venga con me per cortesia...”
Cristiano pensò che sarebbe stato meglio non rispondere, ma il cellullare non smetteva di squillare.
“Mamma...”
“Cristiano...”
“Mamma, ci sentiamo dopo, non è un buon momento...”
“Puoi dirlo forte, Santiddio... tua nonna è morta...”
2 commenti:
Un colpo di scena tanto efficace quanto impietoso per noi poveri lettori che subito ci eravamo affezionati alla dolce nonnetta! Quando ho letto insieme con Cristiano il nome della bigliettaia mi son piegato dal ridere, sei tremendo! È voluto che il narratore stia dalla parte di Cristiano? Nel senso che raccoglie spesso il suo punto di vista, condivide i suoi giudizi, esprime le sue idiosincrasie. A me piace questa tecnica, anzi spero di scrivere presto un racconto che ne esasperi tutti gli effetti, andando contro (per una volta!) all'obiettività e all'imparzialità tante volte raccomandate quando si parla di scrittura. Una microscopica nota: non sono riuscito a immedesimarmi in Cristiano quando si sente “come uno sposo all'altare” dopo aver detto “Sì, lo voglio”: a parte l'espressione usata, ho trovato difficoltà a comparare gli stati d'animo. Segue un appello: massi questa storia mi piace e mi coinvolge sempre di più, spero non l'abbandonerai fino alla parola fine che un giorno scriverai - spero sempre su apprendisti! ;)
Che bel commento! Allora, andiamo con ordine: la bigliettaia in origine si chiamava M. Ghiozzi, ma è stata prontamente ribattezzata Iacobellis quando l'ormai leggendario signore è entrato nella mia vita. E' volutissimo raccogliere il punto di vista del protagonista...non sono mai stato imparziale e ho sempre una simpatia per qualcuno dei personaggi di un racconto e sono ben contento che traspaia. La morte della nonna doveva esserci, altrimenti non potrei scrivere la storia che ho in mente. Dubito che diventerà un romanzone, ma seguiranno altre puntate e magari anche qualcosa che la concluda. Relativamente alla nota: capisco cosa vuoi dire. Ma non è che Cristiano in quel momento ha uno stato d'animo come quello di uno sposo all'altare. E' che gli escono quelle due parole e si sente come in chiesa. Nel we spero di andare un po' avanti e pubblicare qualcosa la prox settimana! Alla prossima!
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