martedì 6 febbraio 2007

V - Indovina Chi Viene A Letto

I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII

“Ohhhhhhhsììììììììì, dai…fammi godere…non smettere…”
Cristiano guardò le tette della bionda sul video della TV e continuò a spararsi la sega distrattamente. Non gli veniva duro e continuava a menare su e giù un pezzo di carne molliccio.
Aveva pensato che infilare il dvd di “Orgasmi Africani” avrebbe potuto rilassarlo e fargli scacciare i mille pensieri che gli affollavano la testa. Ma le labbra siliconate della tettona sul cazzo del maschione nero non bastavano a distrarlo.
Il campanello della porta suonò lasciandolo interdetto. Guardò l’orologio.
Chi rompe le palle alle undici di sera?
Premette pausa sul telecomando del dvd, si infilò l’uccello negli slip e aggiustandosi i jeans andò alla porta del suo monolocale. Aprì senza nemmeno chiedere chi fosse.
Quando vide la faccia inebetita di sua madre davanti a lui, ebbe la tentazione di sbatterle la porta in faccia.
“Ma…mamma…”, balbettò, “che…che cosa ci fai qui?”
Sua madre non rispose e fece due occhi da cerbiatto per intenerirlo.
Era riuscito a convincere suo padre a farla restare alla villa finché lei non avesse trovato una sistemazione; poi aveva preso il primo treno ed era tornato alla sua vita insulsa.
“Che cosa ci fai a Milano?”, ripeté lui.
“Io…io non sapevo dove andare.”
Fece una pausa, poi lasciò il tono sommesso per riprendere il suo piglio abituale:
“Santiddio, Cristiano, vuoi lasciarmi sulla porta? Fammi almeno entrare così parliamo…”
Cristiano pensò che non aveva poi molte alternative, così si scostò e la fece passare.
Si rese conto troppo tardi che la bionda era ancora nell’immagine sul teleschermo e, a giudicare dal pompino che stava facendo, sarebbe stato difficile farlo passare per un documentario sull’anatomia umana.
Vide lo sguardo di sua madre posarsi sul video, poi lei balbettò qualche sillaba a caso:
“Ma…mi…che…il…”
“Mamma, è un cazzo, non ne hai mai visto uno?”, gli uscì troppo velocemente dalla bocca e subito si pentì.
“Cristiano, togli subito quella…”
Cristiano premette STOP sul telecomando prima che sua madre potesse finire la frase, poi, per la terza volta, le chiese:
“Mamma, cosa sei venuta a fare qui?”
Lei parve dimenticarsi istantaneamente di cazzi e pompini e si tolse la pelliccia come fosse a casa sua buttandola sul divano dove un attimo prima Cristiano si stava masturbando.
“Oddio, tuo padre…quell’uomo è un demonio, non ha un minimo di comprensione…ha aspettato che te ne andassi per cambiare bandiera e cacciarmi.”
Fece una pausa significativa aspettando che Cristiano dicesse qualcosa. Lui rimase zitto, così lei riprese:
“Mi ha detto che se pensavo di starmene ancora alla villa ora che tua nonna non c’è più, mi sbagliavo di grosso.”
La voce le si ruppe. Non fece niente per ricacciare le lacrime dentro gli occhi:
“Mi ha messo un paio di vestiti in valigia e mi ha letteralmente buttato per la strada.”
Cristiano sospirò. Perché doveva entrare nelle beghe di quei due? Che cazzo le aveva detto il cervello a sua madre di prendere il treno e venire a Milano?
“Mamma, ti accompagno in un albergo, domattina ne riparliamo con calma, ok? Ora sono troppo stanco.”
“Cristiano”, disse sua madre tirando su con il naso, “tuo padre mi ha bloccato tutte le carte di credito, non ho più un soldo, sono a mala pena riuscita a comprare il biglietto del treno…”
Cazzo!
“Ti cerco un motel e ti pago io la notte e domani…”
“Un motel?!?”, sua madre si alzò di scatto, “non vorrai per caso mandarmi in una di quelle bettole dove vai tu quando sei in vacanza?”
Ma porcaputtana…
Rimasero a fissarsi per quella che a Cristiano parve un’eternità.
E ora che cazzo faccio?
La voce di sua nonna gli risuono in testa: dai a tua madre una seconda possibilità. Inaspettatamente gli uscì di bocca:
“Mamma, puoi dormire qui per stanotte.”
Gli sembrò che sua madre non avesse capito, quindi glielo ripeté.
“Vuoi che dorma qui stanotte?”
“Dire che voglio mi pare eccessivo, ma non ho abbastanza soldi per pagarti la suite imperiale dell’Excelsior, quindi…”
Sua madre si guardò intorno come a chiedersi dove avrebbero dormito in due in quel buco. Cristiano le lesse il pensiero e indicando il divano disse:
“Diventa un letto matrimoniale.”
Fece una breve pausa e aggiunse a malincuore:
“Dovremo dormire insieme.”
Sua madre tornò la donna di sempre:
“Santiddio, Cristiano, ti ho messo al mondo io, non credo proprio che avremo problemi.”
Cristiano sospirò e pensò che a questo punto avrebbero potuto pure concludere la serata guardandosi “Orgasmi Africani” insieme.

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