IV - L'Eterno Riposo Dona Loro
La chiesa era fredda.
Ma ‘sti cazzo di preti non lo accendono mai il riscaldamento?
Cristiano rabbrividì stringendosi nel giacchetto e guardò verso l’altare dove stava la bara in cui avevano infilato sua nonna un paio d’ore prima.
Poi di sottecchi si voltò ad osservare sua madre seduta di fianco.
Tu non hai freddo, eh? Con quella cazzo di pelliccia e quella volpe morta in testa!Fissò il suo profilo. Sua madre sosteneva di avere un profilo superbo, Cristiano pensava che in realtà i tratti erano molto grossolani e tradissero le sue origini umili.
Dopo aver chiarito la questione alla stazione, si era precipitato a casa di corsa. Cristiano aveva voluto salire di sopra per vedere sua nonna per l’ultima volta e sua madre aveva avuto la malaugurata idea di seguirlo.
E davanti al corpo stecchito di sua nonna si era scatenato il finimondo.
“Cosa succederà ora?”, gli aveva chiesto sua madre dalla soglia della camera.
Cristiano si era voltato notando solo in quel momento la sua presenza.
“Mamma, possiamo parlarne dopo? Vorrei rimanere un po’ solo con la nonna.”
“Santiddio, Cristiano, non hai un minimo di tatto. Sono sconvolta, cosa farò adesso?”
Cristiano aveva respirato profondamente e aveva contato fino a dieci prima di rispondere:
“Mamma, davvero, ne parliamo appena scendo…”
“Ma tuo padre mi caccerà da qui adesso…”, aveva replicato sua madre.
Cristiano aveva fatto ricorso a tutto il suo autocontrollo e l’aveva pregata ancora una volta di scendere e aspettarlo di sotto. Sarebbe arrivato subito.
Ma la madre aveva continuato:
“Io non so che fare, non so dove andare. Se tuo padre mi manda via dalla villa, io… Tu devi aiutarmi!”
Cristiano si era voltato furibondo e per una volta aveva dato voce ai suoi pensieri:
“Cristo, mamma, ma possibile che sai pensare solo a te stessa?!?!”
La madre aveva fatto una faccia in cui si leggeva un misto di fastidio e paura. Poi lo scatto del figlio verso di lei l’aveva spaventata e aveva fatto un passo indietro.
“Cazzo, mia nonna è morta. La donna che mi ha cresciuto al posto tuo se n’è andata e tu stai qui a lamentarti e a buttarmi addosso le tue paranoie del cazzo! Porcaputtana, ma non capisci proprio?”
“Cristiano, non usare quel linguaggio quando sei con me e non dire…”
“Vaffanculo! Non dire cosa?”, Cristiano aveva alzato la voce e sua madre era indietreggiata di un altro passo:
“Che cazzo non vuoi che dica? Il tuo finto perbenismo e la tua morale del cazzo mi hanno represso anche troppo a lungo!”
Era sembrato a Cristiano che sua madre fosse disorientata. Poi aveva fatto due passi e si era avvicinata a lui e al letto dove il corpo di sua nonna ascoltava non potendo più sentire. La voce di sua madre era diventata piagnucolante:
“Tu mi odi, vero?”
Cristiano aveva sospirato pentendosi di aver sbottato.
“Mi dispiace, sono… sono…”
“Lo so che mi odi. Ogni cosa che dici o fai ha lo scopo di ferirmi…”
Cristiano aveva parlato prima di fare in tempo a mordersi la lingua:
“Sarebbe un bene che ti odiassi. Provo solo indifferenza per te.”
Si era reso conto di aver esagerato e di essere stato cattivo, ma la madre pareva non aver colto la crudeltà della sua affermazione.
“Lo so che mi odi”, ripeté lei.
Quella donna era troppo egocentrica per cogliere il senso della sua frase. Cristiano aveva pensato che era meglio così, aveva dato un ultimo sguardo a sua nonna e poi era sceso lasciando sua madre là, in piedi accanto al letto.
La guardò nuovamente e lei stavolta si voltò e tentò di sorridergli. Il prete stava blaterando che la nonna sarebbe stata nella gloria infinita del Signore Onnipotente.
A Cristiano venne voglia di alzarsi e urlare. Respirò profondamente e si guardò intorno. Si chiese se le persone intorno a lui si fossero domandate dove era l’ingegner Bonfanti. Qualcuno l’aveva chiesto a sua madre prima che il funerale iniziasse. Lei aveva fatto uno sguardo contrito e aveva spiegato che l’ingegnere era bloccato in Sud Africa per lavoro e si augurava che sarebbe tornato presto. Cristiano si era chiesto dove fosse davvero suo padre per non presenziare al funerale della madre.
“Il Signore sia con voi”
“E con il tuo spirito”, rispese la chiesa alzandosi in piedi.
Cristiano si alzò e ringraziò che la funzione fosse terminata.
Il prete diede la benedizione e a Cristiano venne da vomitare. Corse fuori dalla chiesa per respirare una boccata di aria fresca.
La luce che lo investì davanti al portone fu abbacinante. Cristiano si parò gli occhi con la mano e ascoltò inebetito le condoglianze di un paio di sconosciuti che uscivano dalla chiesa e si avvicinavano a lui. Sua madre lo raggiunse mentre intorno a lei si creava un capannello di persone per salutarla.
Lei sorrideva debolmente a destra e a sinistra come a dire che, sì, in qualche modo si sarebbe fatta forza e sarebbe andata avanti.
A Cristiano venne un altro conato di vomito. Fece un altro grosso respiro e chiuse gli occhi, ma li riaprì subito distolto dal suono del cellulare di sua madre. Lei si scusò e si allontanò un po’ per rispondere.
Cristiano si voltò e si trovò davanti il prete che aveva celebrato la funzione mentre la bara veniva caricata sul carro funebre.
“Come va?”, gli chiese il prete.
Di merda.
“Bene.”
“Mi raccomando”, proseguì il prete, “stai vicino a tua mamma e falle forza.”
Cristiano non seppe se scoppiare a ridere o mettersi a urlare come un indemoniato.
La voce della madre risuonò isterica davanti al sagrato della chiesa:
“Cristiano, Diosantissimo, parlaci tu!”, gli disse tendendogli il cellulare.
“Chi è?”, chiese Cristiano davanti a un prete allibito.
“E’ tuo padre… Dice che sta venendo a Roma, dice che devo andarmene…”
“Andartene dove?”
“Cristosanto, dice che non posso rimanere alla villa un secondo di più. Vuole che sia fuori entro stasera, Cristiano, aiutami… Tu devi aiutarmi!”
Cristiano prese in mano il cellulare e bestemmiò.
4 commenti:
È una storia che prende sempre più forza! I nervi di Cristiano seviziati dalla sua inesorabile sensibilità, il rapporto sempre teso e a tratti violento con la madre, l'arrivo del padre, la questione della casa... mi è piaciuto molto il dialogo davanti alla salma, in particolare quando hai messo l'accento sull'egocentrismo della madre, che la rende sorda persino alle offese più gravi. Anche le bestemmie in presenza del prete, mi sono visto i suoi occhi sgranati dall'incredulità!
Spero che il romanzo non interrompa questo bel racconto, e anche che Cristiano ritrovi un attimo di serenità. Anche se ora che non ha più la nonna, è tutto più complicato per lui.
Non ho intenzione di lasciare Cristiano sospeso e voglio senz'altro andare avanti perchè mi sono affezionato a lui...ma devo dirti la verità, sono molto concentrato sul romanzo ora come ora. Tra l'altro l'ho fatto leggere per la prima volta a qualcuno: mia sorella è stata designata come lettrice nuemro zero e ieri lo ha divorato nel pomeriggio...
Ho letto il IV episodio...ma sono episodi?
La mia domanda da innocente e sprovveduta lettrice è questa: sono capitoli di un romanzo o racconti brevi (brevissimi direi)?
La storia mi intriga poi lo stile narrativo mi ha trasmesso immagini che visualizzo in modo potente, mi piace quando accade questo mentre leggo. A volte però sento un'eccessiva pomposità, non so dirti cosa è che me la trasmette, ma la avverto.
Chissà se ti è utile questo mio commento :)
Continua a scrivere che voglio vedere cosa accade a cristiano.
Se fosse un racconto a puntate, di sicuro comprerei la successiva
curra
Sottoscrivo anch'io l'abbonamento! ho apprezzato il passaggio dalla camera da letto alla chiesa... impercettibile... bravo!
Laura
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