giovedì 7 dicembre 2006

Aiutami Cap. 2 - Cinque anni fa

“Me lo sentivo che oggi sarebbe passata di qui quella befana.”
“E che cavolo: è venuta la settimana scorsa, chi se lo aspettava?”
“Ma io lo so, fa apposta, per prenderci alla sprovvista. Secondo me ci gode pure.”
“Eccoli. Io vado in magazzino a prendere un po’ di shoppers.”

Biondoplatino scoccò un’occhiata furente a Neroblu poi col migliore dei suoi sorrisi accolse i due rompiscatole.

“Dottoressa Pancaldi, buongiorno. Claudio buongiorno.”
“La vetrina è sporca, da quanto è che non la pulisci?”
“Ma come dottoressa, l’ho pulita ieri sera, non mi pare…”
“E questo laniccio dietro il bancone? Bisogna starvi dietro tutti i giorni? Claudio sono le 11, chiamami il dottor Russo. E quell’altra dov’è?”
“E’ in magazzino, doveva…”
“Quante volte ve l’ho detto: dovete essere tutte e due qui pronte al pubblico!”
“Ma dottoressa…”
“In magazzino ci andate negli orari di chiusura. Deve essere tutto pronto. Non vi sapete organizzare. Prenderò i miei provvedimenti.”
“Lucia, in linea il dottor Russo.”
“Pronto? Paolo! Carissssssssimo! Sì tutto bene… tutto a posto… e tu che mi dici? Abbiamo buone notizie….? Davvero….??? Beh non ti nascondo che un po’ ci speravo… lo vedi che il lavoro di squadra paga! Allora ci vediamo in Direzione tra un po’… grazie ancora per la bella notizia. Ti bacio. A presto caro. Ciao. Andiamo Claudio, meglio che esca in fretta da questo negozio che già ho l’urto di vomito. Voi due: torno presto, è la vostra ultima occasione.”
“Arrivederci dottoressa Pancaldi. Arrivederci Claudio.”

“Ti si possa rompere un femore”, disse Biondoplatino.
“Anche due”, aggiunse Neroblu.
“A te e a quel leccaculo che ti porti dietro!” concluse Biondoplatino.
“Andiamo a pulire ‘sta vetrina dai.”

Lucia mollò Claudio con una scusa al taxi e si diresse verso via Roma.
In giorni come questi sembra che tutto sia perfetto, l’aria è profumata, non è né caldo né freddo e anche la gente è più bella.
Entrò da Gilli e dopo un attimo di indecisione ordinò un cappuccino: al diavolo, per stare a dieta aveva ancora tempo.
Sorrise ammiccante al barman e si stupì di non venire ricambiata, ma lo dimenticò subito.
Mentre sorseggiava la bevanda calda e profumata chiuse gli occhi e pensò alla faccia che avrebbe fatto Giorgio quando gli avrebbe dato le notizie.
“C’è una novità, anzi due.” No troppo banale, capisce subito.
“Ti ricordi ti dissi di quel manager che va in pensione?” No, troppo larga.
“Amore, nei prossimi mesi sarò parecchio impegnata…” Già meglio, così all’inizio si scoccia e poi la sorpresa, anzi LE sorprese.
Appoggiò la tazza e uscì in Piazza della Repubblica.
In giorni come questi sembra che tutto sia perfetto, ecco un taxi lì che pareva aspettare solo lei.
Mentre si avvicinava alla macchina sentì un brivido improvviso, ma com’era venuto sparì e Lucia lo dimenticò.
Si chinò verso il conducente e lui le sorrise.

1 commenti:

filsero ha detto...

Questo salto all'indietro mi ha fatto quasi venire le vertigini! La distanza la misuro con Lucia, è lei il mio metro: quante ne deve aver passate, in questi cinque anni. Ho fatto il salto, la guardo ora e la vedo grintosa, brillante, determinata. Guardo lontano, molto lontano e la vedo ferita, depressa, i nervi tesi pronti a saltar su. Tra ora e quel punto lontano che già conosco c'è un territorio ignoto, un ponte, costruito su un abisso, che non vedo l'ora di esplorare.