lunedì 23 aprile 2007

Passione per la Pasqua

103.3 lo ripete di continuo fra una canzone e l’altra :“Barberino, Roncobilaccio, causa incidente” Dove? Nella galleria nuova, poco sotto quell’erba dal verde tipico ed intenso della primavera che ti aspetti, germogliato con la stessa energia da una coca-cola lasciata a metà e agitata per bene.


A pranzo ovviamente le uova, il vino è compito mio, agnello, cioccolato, caffè, l’amaro: già mi immagino la lista della spesa e le crocette sempre più fitte.

“Quanto durerà?” a pensarci non si avrebbe mai fretta e quasi si commetterebbe l’azzardo di prendere il treno, malgrado tutto, passandosi sugli occhi il viaggio con i suoi tempi morti e gli intrighi.

“Parti presto così mi aiuti” pur sapendo quanto valgo in cucina: è per la compagnia? A me piace versarle del vino in un bicchiere e strategicamente porlo vicino i fornelli. Un po’ ne beve, il resto sulla carne mentre cuoce.

Il verde, dicevamo, non gli importa nulla se a pochi metri resta solo asfalto grigio, e oltre, chiuso da transenne, il bianco polveroso dei lavori per la terza corsia: procedono accompagnati dalla speranza di noi tutti… piloti del fine settimana.
Più in là si scorgono dei boschi scarmigliati e brulli attorno ad un paesino dalla forma antica e le case nuove: ogni tanto ci si distrae alla guida, ma è solo un attimo.

“Traffico intenso su tutta la rete, mezzi in coda a Pian del Voglio”.

Quando nel centro della galleria le macchine ferme tenevano ancora il motore acceso e le luci dei freni ben rosse,
quando come prima cosa le quattro frecce,
quando finalmente i piedi a terra per capire cosa succede.

“Sono arrivati i pompieri?” probabilmente sì, devono aver percorso un tratto contromano e via dritti dentro il tunnel: perché loro sanno come fare.

“Questi enormi pranzi mi uccidono” però sorrideva nel dirlo, lo capivo anche al telefono. Piace la confusione di trovarci tutti, capita sempre più di rado.

“…la colonna sonora del film che uscirà giovedì…” si potrebbe andarlo a vedere, non di sabato, troppa gente, il primo spettacolo, la passeggiata in centro col gelato in mano sotto i portici.

“E’ fumo quello?” le luci in galleria si erano spente senza rumore, mancava l’aria e se continuare a stare lì dentro… era un dubbio solo per i matti.

“Viene anche Sabrina e ci presenta il suo nuovo ragazzo, io credo sia un orso bello e buono, ‘ rozzo e peloso ’, queste le parole di Luca”.

Lasciare la macchina al suo destino ti piange un po’ il cuore, la borsa con me, non si sa mai.

“Il sedici al Palaforum di Assago, Milano, il diciotto a Roma, Stadio Olimpico, queste le uniche date italiane del tour”.

“Mi raccomando, non tardare”.
“Mi raccomando, tenete il marciapiede in fila indiana fino all’uscita”.
“Mi raccomando, seguiteci anche domani alla stessa ora su Isoradio”.

L’autostrada fa un curva prima della galleria, la macchina che arriva è sparata, l’autista si accorge solo ora di tutto, impossibile frenare in tempo, l’auto sbanda dritta sul marciapiede, la borsa vola, io pure, sopra le macchine ferme, oltre la volta, attraverso il colle bucato e il verde intenso della primavera: è andata così.

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