martedì 20 marzo 2007

Due, tre, forse quattro

Due, tre, forse quattro passi, metri, manciate di palmi… la distanza misurata ad occhio, braccia e battiti del cuore che pulsa nelle vene delle tempie facendo rimbalzare gli occhi.
Una faccenda di famiglia da risolvere con lotta, aspra, breve, violenta, fatta di pugni a volare senza mira, di calci senza rincorsa e di morsi che non mollano la presa finché non si smuove la carne sotto i denti o non riesci più a tenere l’apnea per evitare di respirare il sangue che sprizza.
Due, tre, forse quattro minuti di bestiale violenza, rapidi, immediati, come le fiammate di SputaFuoco e assordanti come il fragore del cannone che espelle l’UomoProiettile.



Tutto pareva come sempre, stanca routine di allenamenti fra odore di paglia e schiocchi di frusta. Tutto salvo il guizzo nell’occhio di Matilda, nervosa quella sera, oltremisura.
Salto, posizione, inchino: le solite figure fatte controvoglia; il caso di smettere? Sicuramente si, ma per Regina era lavoro e questo, bene o male, lo si doveva pur fare, con Betty, appesa alle sbarre, a farle compagnia.
Poi, d’un tratto l’ inevitabile, imprevedibile balzo di rabbia, Regina a terra, Matilde sopra di lei.
Per Betty solo una cosa, senza pensare.
Due, tre, forse quattro vampate di calore prima che arrivi Raul a porre fine. Betty si trascina barcollando: è tutto finito in un abbraccio infinito di Regina.
Due, tre, forse quattro secondi, poi più nulla.


ANSA: Aggredita da una tigre, domatrice salva grazie al sacrificio di scimmietta ammaestrata.

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