Donna in Corriera - III
Erano le 5 del mattino di lunedì quando Lara si buttò giù dal letto. Alle sei si presentò battagliera al duello all’ultimo vestito con l’armadio. Indossò un pantalone nero, camicetta bianca e giacca nera. Si specchiò davanti, di profilo, di dietro. “... No! non va bene, sono sempre vestita così”. Si spogliò e ricominciò da capo: tailleur grigio e maglietta sottogiacca nera. “No, non ci siamo”. Pantalone rosso, maglietta bianca e giacca blu. “Naaa, sembro la bandiera francese”. E così per sei, sette, dieci, dodici volte...
La montagna di vestiti già provati e scartati aumentava ai suoi piedi. Dopo un’ora e mezza di prove era sudata come un camionista in viaggio da Roma a Milano, in pieno agosto, epoca fine anni 70 quando ancora l’aria condizionata era un lusso riservato a pochi eletti e l’unico attrezzo in commercio in grado di creare l’illusione di un po’ di frescolino era il ventilatorino attaccato al vetro con la ventosina e direzionato in pieno viso del povero diavolo.
Insomma, si ricacciò sotto la doccia, poi ripescò dal mucchio sul pavimento il pantalone nero, la camicetta bianca e la giacca nera e, soddisfatta, uscì.
Quando entrò in ufficio le gambe le facevano Giacomo Giacomo. Il suo primo giorno di lavoro, dopo tanti anni, che emozione !
Le vennero presentati tutte le colleghe e i colleghi. Si sforzò di imprimere nella mente almeno una parte dei nomi ben associati ad ogni volto ma non ne ricordò nemmeno uno. Venne catturata dal capo vendita che le consegnò un elenco del telefono, due penne e altri attrezzi del lavoro, due o tre chili di listini e una chilometrica lista di nominativi da contattare.
Iniziò così e da quel giorno la sua vita prese un’altra piega. Di Marco, a parte la posta a lui indirizzata, più nessuna notizia.
Fino al giorno in cui…
Stava uscendo dall’ufficio di un cliente e se lo ritrovò di fronte: “Ma quarda guarda chi si vede… e che forma splendida!
Lara si limitò ad un frettoloso: ciao Marco, tutto bene?
“Alla grande. Anche tu, vedo. Prendiamo un caffè insieme ? come due vecchi amici… ”
“No scusa ma ho fretta, un appuntamento di lavoro tra venti minuti all’altro capo della città”
“Un lavoro? Complimenti. Ma a quest’ora non ce la farai mai con la corriera, vieni ti do un passaggio”
“No grazie non preoccuparti, ce la farò. Ciao ”
“Ok. Magari ci vediamo uno di questi giorni… quando vengo a ritirare la posta”
Lara non rispose, si diresse verso una Volkswagen verde pisello, vecchiotta ma ancora in buono stato e… decorosa, a suo modo. Entrò, con stupore di Marco, al posto di guida, mise in moto e con due manovre, precise al millimetro, uscì dal parcheggio.
Quando passò di fronte ad un Marco semiparalizzato dalla sorpresa, Lara aprì il finestrino e gli disse: “A proposito, non credi che sarebbe ora di comunicare all’ufficio postale il tuo nuovo indirizzo ?”, quindi se ne andò. Dallo specchietto retrovisore vide che Marco era ancora immobile, lì dove lo aveva lasciato. Le sembrò molto meno alto e grosso: più lei si allontanava più lui era piccolo. Poi l’auto svoltò l’angolo e Marco scomparve.
Rifletté sulle sue parole: “… come due vecchi amici”.
“Sì, amici un cazzo!” pensò “un amico mi avrebbe almeno insegnato a guidare”
La montagna di vestiti già provati e scartati aumentava ai suoi piedi. Dopo un’ora e mezza di prove era sudata come un camionista in viaggio da Roma a Milano, in pieno agosto, epoca fine anni 70 quando ancora l’aria condizionata era un lusso riservato a pochi eletti e l’unico attrezzo in commercio in grado di creare l’illusione di un po’ di frescolino era il ventilatorino attaccato al vetro con la ventosina e direzionato in pieno viso del povero diavolo.
Insomma, si ricacciò sotto la doccia, poi ripescò dal mucchio sul pavimento il pantalone nero, la camicetta bianca e la giacca nera e, soddisfatta, uscì.
Quando entrò in ufficio le gambe le facevano Giacomo Giacomo. Il suo primo giorno di lavoro, dopo tanti anni, che emozione !
Le vennero presentati tutte le colleghe e i colleghi. Si sforzò di imprimere nella mente almeno una parte dei nomi ben associati ad ogni volto ma non ne ricordò nemmeno uno. Venne catturata dal capo vendita che le consegnò un elenco del telefono, due penne e altri attrezzi del lavoro, due o tre chili di listini e una chilometrica lista di nominativi da contattare.
Iniziò così e da quel giorno la sua vita prese un’altra piega. Di Marco, a parte la posta a lui indirizzata, più nessuna notizia.
Fino al giorno in cui…
Stava uscendo dall’ufficio di un cliente e se lo ritrovò di fronte: “Ma quarda guarda chi si vede… e che forma splendida!
Lara si limitò ad un frettoloso: ciao Marco, tutto bene?
“Alla grande. Anche tu, vedo. Prendiamo un caffè insieme ? come due vecchi amici… ”
“No scusa ma ho fretta, un appuntamento di lavoro tra venti minuti all’altro capo della città”
“Un lavoro? Complimenti. Ma a quest’ora non ce la farai mai con la corriera, vieni ti do un passaggio”
“No grazie non preoccuparti, ce la farò. Ciao ”
“Ok. Magari ci vediamo uno di questi giorni… quando vengo a ritirare la posta”
Lara non rispose, si diresse verso una Volkswagen verde pisello, vecchiotta ma ancora in buono stato e… decorosa, a suo modo. Entrò, con stupore di Marco, al posto di guida, mise in moto e con due manovre, precise al millimetro, uscì dal parcheggio.
Quando passò di fronte ad un Marco semiparalizzato dalla sorpresa, Lara aprì il finestrino e gli disse: “A proposito, non credi che sarebbe ora di comunicare all’ufficio postale il tuo nuovo indirizzo ?”, quindi se ne andò. Dallo specchietto retrovisore vide che Marco era ancora immobile, lì dove lo aveva lasciato. Le sembrò molto meno alto e grosso: più lei si allontanava più lui era piccolo. Poi l’auto svoltò l’angolo e Marco scomparve.
Rifletté sulle sue parole: “… come due vecchi amici”.
“Sì, amici un cazzo!” pensò “un amico mi avrebbe almeno insegnato a guidare”
1 commenti:
Bello!
Bello perchè nonostante fossero le 3 di notte cercavo i capitoli successivi per la voglia di leggerli, di sapere e di scoprire.
Ho scoperto da poco questo blog, ma mi è sembrato di capire che fosse l'unico racconto pubblicato. Spero di leggere altro in futuro.
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