di Daniel Bloom
La casa era una villetta su due piani con piscina.
Parcheggiai un isolato distante. Feci il giro dell’abitazione. Mi affacciai dal recinto: c’era la Cadillac parcheggiata. La donna era ancora in casa.
Suonai il campanello e mi aprì il solito maggiordomo imbalsamato. Li facevano in serie quei tipi.
La signora Roscoe era uscita, e non sapeva quando sarebbe tornata. Me lo immaginavo.
Aspettai, appostato all’angolo, dall’uscita posteriore la macchina parcheggiata stava uscendo.
Se la stava squagliando.
Corsi come un matto con il braccio fasciato e la ferita che si stava riaprendo, verso la mia macchina.
La donna stava dirigendosi verso Santa Barbara, da lì sicuramente avrebbe preso qualche mezzo per andarsene.
A due chilometri da santa Barbara vidi che stava rallentando, girava da uno svincolo su per una collina. Tenni la distanza senza perderla mai di vista.
La macchina si era inoltrata in una specie di boscaglia, non la vedevo più. Non potevo farmela, scappare.
C’era una pista per sidecar recintata con del filo spinato.
Scesi dalla macchina e cominciai a cercare. Un capanno malmesso era nascosto tra degli alberi. Accanto la Cadillac.
Presi la pistola, la misi in tasca e mi avvicinai con cautela. Eccola di spalle.
“Miss Roscoe come sta?
Le disse a voce ferma
Si girò di scatto sorpresa.
“Boreinstainn che piacere vederla, ho saputo che si è fatto fregare sotto il naso il mio diario, forse era meglio se mi rivolgevo a un vero professionista…comunque sono generosa e le voglio dare questi duecento dollari per il suo impegno. Si tolga dai piedi”
“E’ incredibilmente generosa, ma prima vorrei parlare con lei di un paio di cosette”
“Mi dispiace Boreinstain, sono un po’ indaffarata..”
Sfilai la pistola dalla tasca e gliela puntai. Non sembrò sorpresa. Era più dura di quello che credessi.
“ha delle ottime argomentazioni mr.Boreinstain lo sa. Bene diciamo che quei 200 dollari possono diventare 1000”
“Mi dia la sua borsa la prego e faccia meno la spiritosa”
Si girò e provò a incamminarsi
Sparai un colpo in aria
Si fermò e girandosi di nuovo mi guardò minacciosa.
“Mi lasci andare, lei non sa cosa sta rischiando”
“Poche storie mi dia la borsetta se non vuole che le rovini il trucco..”
Mi avvicinai puntando la pistola diritto in mezzo agli occhi
Le strappai la borsetta e con la mano malmessa provai ad aprirla
Dentro c’era un quaderno proprio uguale a quello che avevo visto a casa di Michael Cronny..
“sono riuscita a recuperalo da sola, fallito…”
Stava annaspando e io provai un brivido di soddisfazione.
“Smetta di fare la commedia. Questo diario non è mai uscito da casa sua, non è vero?
E’ sta tutta una montatura per distrarre Llloyd Anderson. Lei aveva fatto uccidere suo marito dalla guardia del corpo Peter Landley e poi gli aveva sparato inscenando la rapina. Aveva poi dato dei soldi a Michael Cronny per tenerle un diario un falso, diario proprio uguale a questo.
A quel punto sono arrivato io che come un allocco ho fatto da esca per gli scagnozzi di Lloyd che stavano cercavano il quaderno con le formule. Lei sapeva dove abitava Cronny e l’aveva freddato prima che entrassi. Gli scagnozzi di Lloyd mi hanno sottratto il falso diario dalla tasca pensando di recuperare quello vero e lei fuori da ogni sospetto stava cercando la fuga con il ricettario magico.
Quelle formule servono per qualche progetto industriale vero?”
“Lei è molto intelligente Boreinstain, si merita un premio molto più alto, se non altro per il disturbo arrecato. Direi potremmo trovare un giusto compromesso. Cinquanta e cinquanta. Sto andando ritirare un milione di dollari”
Mentre mi diceva queste cose si accomodava il cappello e mi accorsi che stava tirando fuori come un prestigiatore una rivoltella tascabile”
“stia ferma o sparo…”
Non accennava a fermarsi. Puntai in mezzo agli occhi e sparai. Cadde di colpo
Il dolore alla spalla pulsava come una locomotiva d’improvviso mi sentii svenire.
Raccolsi tutte le forze e mi avvicinai al corpo.
Avevo fatto centro. Ripresi il quaderno da terra.
Quei geroglifici riuscivano ad avere un fascino perverso.
Quegli sgorbi d’inchiostro valevano più di cento mie vite messe insieme.
Era roba per l’industria, formule chimiche per chissà quale utilizzo: miscele esplosive, creme di bellezza, forse componenti per qualche altra schifezza alimentare che avrebbe intossicato il mondo.
Accesi una sigaretta e con il fiammifero appiccai il fuoco al quaderno.
Era finita un’altra dannata giornata. La polizia sarebbe giunta a breve, una volta trovato il corpo avrebbero imboscato tutto. Routine.
Per un po’ sarebbe stato meglio prendermi una vacanza.
Era stata un’altra sporca storia, un’altra carneficina.
Mi incamminai verso la macchina, guardai il cielo, stavano arrivando le nuvole, un po’ di sollievo a quel caldo infernale. Mi apparve il volto Marion, il suo dolce sorriso mi bruciava ancor più che la ferita.
Avevo bisogno solo di un buon bourbon.