giovedì 11 dicembre 2008

Al posto suo

PROLOGO

Oggi è nata Rebecca.
Sono così emozionato, estasiato, allibito, che ogni piccolo gesto di mia moglie e della bambina mi sembrano totalmente irreali. Mi guardo intorno ed è come se non fossi davvero io a vedere, come se quelli non fossero i miei occhi o le mie mani, le mie gambe. Mai provata una tale sensazione.
Adesso lei esiste, si è fatta carne ed ossa, la posso annusare, toccare, sentir piangere, guardarla in ogni lieve cambiamento che subirà quotidianamente. Non è più soltanto frutto della nostra immaginazione o quel gonfiore informe nella pancia di Cristina. Non è più quell’immagine inanimata che assemblavamo nella nostra mente con pezzi scelti a caso o deliberatamente. Adesso possiamo tenerla in braccio, accudirla, darle da mangiare, scegliere il meglio per lei. Possiamo amarla, insomma.
Anche Cristina, mia moglie, ha tanti progetti per la nostra bambina, proprio come me. Vogliamo il massimo, il meglio per lei; vogliamo che tutto sia perfetto, in modo che per Rebecca la vita diventi semplice, con meno dolore possibile, con meno frustrazioni possibile. Noi ci pensiamo a queste cose, non vogliamo lasciare niente di intentato, di casuale per lei. Le cattive influenze di questo mondo oggi sono infinite e noi vogliamo starci attenti, tenere la piccola in un ambiente protetto, sicuro, dove esistono soltanto cose belle ed accessibili con facilità.
Sarò un padre oculato io. Niente mi sfuggirà, ne sono sicuro, perché l’amore è proprio questo; ed è questo che io voglio per mia figlia.



TEMPO DOPO…..

E’ passato il primo mese. Siamo stanchi: Rebecca ha dormito poco e niente durante la notte o, comunque, si è sempre svegliata varie volte. Ma io e mia moglie siamo felici di fare sacrifici per lei, di essere stanchi al posto suo, di cantarle canzoni ogni volta che apre gli occhietti. Perché ogni volta che apre gli occhietti deve rendersi conto che i suoi genitori sono presenti, reali, e vivono per renderle tutto più semplice.
Ieri notte ci ha fatti preoccupare: si è svegliata ed ha cominciato a piangere nonostante noi fossimo lì come tutte le notti, di fronte a lei e accanto a lei. Cantavamo, la stringevamo, la cullavamo, ma lei non smetteva proprio di piangere. Non capisco. Noi cerchiamo di amarla e circondarla di affetto il più possibile, quindi non riesco veramente a capire per quale motivo ieri notte si sia comportata così.
Non è che ha la febbre? Oddio, magari ha la febbre!!!
Mi sono distratto. Ecco. Non sono stato un buon padre. Non sono stato accorto. Dovevo pulire una terza volta tutte le cose di casa, il passeggino, i vestiti. Questi microbi si annidano ovunque e io mi sono distratto. Non so quando, ma è successo.
Come portò rimediare questo errore?
Dovrei avere io la febbre al posto suo….

ANCORA DOPO….

Rebecca continua a crescere e noi non perdiamo un attimo per stare con lei. Cristina ha proprio smesso di lavorare, io ho ridotto il mio orario di lavoro (ho una tipografia in proprio con qualche dipendente) e appena stacco corro a casa dalla mia bambina adorata.
Mia moglie sta continuando ad allattarla al seno e di questo non posso che essere felice. Quindi si può dire che tutto sia perfetto.
Eppure la bambina piagnucola sempre più spesso. E’ agitata, sembra divincolarsi. Quindi questo mi fa pensare che dentro di lei qualcosa non vada.
La febbre non è. Allora cosa potrà essere?
Ultimamente la sto proteggendo ancora più del solito: sta cominciando a gattonare quindi la seguo dappertutto e le impedisco di farsi male, di sporcarsi, di avvicinarsi troppo ad altri bambini quando siamo ai giardinetti sotto casa.
Non voglio perdere di vista niente, non devo sbagliare.
Cerco anche di portarla sempre in luoghi dove l’aria sia il più pulita possibile: noi abitiamo in aperta campagna, non voglio far respirare a Rebecca l’aria di città, quindi abbiamo deciso di non portarcela. Eppure questo cielo sembra sempre più inquinato, maledetto.
A volte penso che se potessi respirerei al posto suo……

ANCORA PIU’ TEMPO DOPO……

Il pediatra, all’ultimo appuntamento, ci ha comunicato che è il momento di svezzare la bambina: cioè niente più latte dal seno materno, ma dovremmo introdurre pappe o cibo triturato.
Io non ho mai sopportato i pediatri: pensano di poter dare delle regole pre-confezionate, ma i bambini non sono tutti uguali. Chi può conoscere mia figlia meglio di me e mia moglie?

Avevo ragione: non era questo il momento di svezzare Rebecca.
Da quando le abbiamo introdotto questa nuova alimentazione ha cominciato ad avere dei piccoli disturbi di pancia, oltre al continuo piagnucolare.
Prima non era mai successo. Quindi adesso mi sembra di non capire più se sia colpa di qualche microbo o del cibo. Come posso controllare le cose in questo modo?
I bambini hanno bisogno di equilibrio, mia figlia soprattutto. Quindi perché apportarle dei cambiamenti? Mi sembrava, infatti, inutile e pericoloso. Adesso non posso più tornare indietro…

EPILOGO

E’ passato ancora del tempo e Rebecca continua ad essere inquieta. Anzi, lo è sempre di più. A volte sembra avere come degli attacchi d’isterismo. Ma certo non si può usare questa parola per una bambina così piccola.
Così ho deciso di lasciare in gestione la tipografia in modo da poter passare ogni attimo della mia giornata con lei, per non lasciarla mai, non perderla mai di vista. Questo non potrà farle che bene. E’ come se si sentisse completamente monitorata e quindi saprà che non correrà alcun rischio. E si calmerà.
Comunque noi siamo sempre più convinti che il cibo le faccia male. Abbiamo vagliato varie soluzioni, ma quella che ci è sembrata più congeniale è sostituirci a lei almeno in questo. Non potendo ammalarmi al posto suo o respirare al posto suo, ho valutato che almeno posso mangiare al posto suo. In questo modo le eviterò i dolori di pancia, le coliche, l’agitazione e la sofferenza. Sarò un buon padre così.
Abbiamo cominciato da qualche giorno e le cose sembrano andare un po’ meglio: Rebecca continua a piangere ma dopo che ho preso il cibo al posto suo si calma e, incredibilmente, si addormenta nel suo letto. E’ un po’ dimagrita, ma questo non può farle che bene, così non dovrà sottostare alla sofferenza delle diete da grande.
Voglio continuare proprio così, sono convinto che sia la strada giusta.
………………
“Cristina, vado io a svegliare Rebecca stamani…chissà perché non si è fatta sentire ancora, sta diventando una dormigliona!……Cristina…la bambina non si sveglia, non si muove più, perché? Che cosa le è successo? Non si muove più Cristina…non risponde più…che cosa può essere successo???”

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