lunedì 7 luglio 2008

Suonano?



“Il mio uomo balla il tango. La sera quando per molti è l’ora di ritirarsi, c’è un locale, brutto da paura. E’ qui che fino a notte tarda vengo a vedere il mio uomo che balla. La strada buia, le case alle finestre qualche luce già si spegne, le vie quelle più strette e fatte di pietra, l’ultimo vicolo tiene nascosta l’entrata oltre una tenda lurida, qui dentro balla il mio uomo. Sa che ci sono ma sempre mi ignora, per lui è solo la musica, è solo le tavole che tiene sotto e batte coi tacchi. Mi tradisce ballando con le donne, quelle vere che con lui ballano, che fanno l’amore con lui, mentre tutti guardano, e anch’io.
Dentro c’è fumo tutto attorno e musica sempre, di giorno non sono mai entrata, la luce qui noni si muove bene. Fumo e musica, l’odore e il sapore del vino rosso, e il sudore del caldo della gente, e il cibo. E’ una cappa che fa l’atmosfera dove lui balla ed io guardo, lontana, quando mi tradisce, ma io ho qui con me un pugnale, ho con me un pugnale che nessuno vede.”



- Scendi, lo sai anche tu che questa sera non è fatta per dormire.
- A parole fai tutto facile, i fatti , quelli non li sai reggere.
- Questa sera faremo tutti i fatti che vuoi, ne avremo così tanti che potrai raccontarli per giorni, e solo i più importanti, perché non avresti il tempo per dirli tutti.
- Parole, come sempre.
- Ascolta, suonano il tango. E’ una musica forte ma lontana, la sento appena. Sono le voci di un paese dall’altra parte del mondo. I musicisti di lì, qui muoiono, di nostalgia ed il loro tango ne soffre e ci guadagna. Musica triste di chi vuole fuggire, ma anche tornare, di chi senza casa sa bene cos’è la casa.
- Di chi è senza futuro?
- Questa sera il loro futuro è solo l’applauso alla fine della musica, per ripagare il sudore mentre continuano un poco ancora a suonare le ultime note allo sbando, le migliori, intrise ancora della canzone appena finita.
- Sono solo note.
- Chi compone, chi suona, chi ascolta, le ultime note sono di tutti, soffiate nell’aria come bolle di sapone, si rompono subito, qualche goccia e via. Così si mescolano in un attimo preciso le gioie, il dolore, le valige di noia e di gioia di più persone distanti oceani, e dai destini tanto diversi, alcuni segnati.
- A me interessano solo le faccende di cuore.
- Ma anche di politica, e perché no, di libertà. Ognuno ha il suo modo di esprimerla e chi non l’ha, e chi deve conquistarsela, allora il tango assume significati ben profondi, quando dire le cose come stanno non si può o non si riesce.
Sangue e sudore melanconicamente finiscono in questi suoni che cessano solo quando mancano le forze, ma appena si riprendono, inizia un’altra canzone, un altro giro, tante storie in un unico discorso che tutto comprende.
- Da qui vedo dove suonano, intuisco anche i loro movimenti, ma non bene.
- Senti anche le parole? Cosa dicono, qual è la storia?
- Cantano spesso una canzone, ho chiesto in giro, se qualcuno sa, che mi traducesse, e finalmente un vecchio, sicuramente uno di loro, con parole qualcuna della mia e molte della sua lingua, mi ha spiegato il tango che si intitola:

Mi hombre es un tangero.


“Il mio uomo balla il tango. La sera quando per molti è l’ora di ritirarsi, c’è un locale, brutto da paura. ...”



3 commenti:

filsero ha detto...

Grazie Max per la segnalazione! Spero che il tuo blog abbia successo ;-)

Anonimo ha detto...

Hai scritto un racconto sul tango e ciò che ho apprezzato è che anche le parole e le frasi hanno un ritmo particolare. Mi è piaciuta molto la scrittura.

Inachis Io

Anonimo ha detto...

Grazie, l'ho scritto con la musica dei gotan project in sottofondo.
PS: Apprendisti, su destiamoci dal torpore, pubblichiamo!! Cosa direbbe Enzo Fileno nel saperci così poco attivi??