In marcia senza meta, come soldati pronti alla guerra, eravamo in molti, armati di domande e poche, vaghe risposte, capendo che una soluzione era ignorare.
Le generazioni capitate prima possiedono una loro guerra di morte e resurrezione dell’uomo già ragazzo, una guerra assente ha segnato la nostra,
la guerra che non ci ha svezzati per lasciarci cuccioli cresciuti, reclute inermi di una generazione interdetta incapace di sentire la propria voce al di sopra dello sferragliare delle cose.
Dediti a coltivare piccole battaglie interiori, reduci di una guerra mai stata eppure sempre presente, ignoriamo la paura di morire vivendo la paura di vivere.
Ora stiamo svegli con vene, come piccole spille, a graffiare le pupille fisse su cose immobili dopo aver inseguito ad occhi chiusi le fragili stelle nel dentro delle palpebre. E tutto intorno rumore e silenzio complottano a perderci i pensieri in labirinti di dritti corridoi che conducono a porte disegnate sul muro.
Oblio e noia, rabbia e gioia al di sotto degli argini perché quelli che dovevano frantumare il mondo ora incassano i trenta denari rubati al nostro futuro.
martedì 17 febbraio 2009
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ID di una nidiata interdetta |
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